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NOTE E STORIA DELL’ INCENSO IN GRANI: Le piante Boswellia crescono ai confini del deserto in una ristretta fascia di terra e sassi chiamata la cintura dell’incenso. La fumigazione dell’incenso, bruciato anche nelle chiese cattoliche, veniva fatta per due scopi principali: per disinfettare gli ambienti e per le proprietà psicoattive. Da sempre si ritiene che questo aroma avvicini l’anima a Dio. Innumerevoli generazioni si sono servite di incenso di Boswellia per la preghiera, il raccoglimento e per entrare in stati meditativi. Si ritiene che l’incenso purifichi gli ambienti interni a noi e ci protegga da ogni influenza negativa e da entità maligne, anche se in sostanza serve soprattutto per concentrare la mente su cose positive. L’incenso agisce sugli stati profondi della psiche, quella parte raffigurata da varie culture come il caos o il maligno. In sostanza aiuta a raggiungere uno stato di equilibrio interiore, sempre suppportato dalla volontà personale. La varietà Guggul, in India, entra tra i rimedi dell’Ayurveda, viene bruciato alla sera, spesso insieme al benzoino, per superare gli stati di nervosismo, recuperare la pace interiore e avere un sonno ristoratore. Un tempo le persone colpite da reumatismi si esponevano ai bagni di fumi dell’incenso, una azione antinfiammatoria che recentemente è stata confermata da alcune università occidentali. Aroma molto orientale, rievoca le moschee del medioriente e naturalmente le nostre chiese.